La composizione e il tempo di esposizione

Nel seguito della nostra esplorazione sul paradosso del movimento statico in fotografia, è fondamentale comprendere l’importanza dell’esposizione fotografica, del tempo di esposizione e della composizione. L’esposizione fotografica è sia l’arte che la tecnica di bilanciare la luce che colpisce il sensore della fotocamera o la pellicola, ovvero un elemento chiave per catturare con precisione sia la staticità che il movimento implicito in un’immagine. A tal proposito vi consigliamo di leggere il nostro precedente articolo inserito anche sul volume zero dell’anonimag…lo avete preso il nostro primo numero? Guardate che fra 50 anni potrà valere milioni di dollari, volete perdervi questa occasione?

Il tempo di esposizione, in particolare, gioca un ruolo cruciale non solo per regolare la quantità di luce: tempi brevi possono infatti congelare un’azione in un istante infinitesimo, mentre tempi più lunghi possono catturare il movimento sfocato, aggiungendo un senso di fluidità e dinamismo. 

Come detto nel precedente articolo, bisogna scegliere il tempo anche in relazione alla velocità con cui il soggetto si sposta: congelare il movimento di un’auto da corsa richiede tempi molto più rapidi di quelli necessari per congelare una persona che cammina…ma non necessariamente dobbiamo “Fermarli”. 

Ci sono tante tecniche che permettono di giocare col tempo e che approfondiremo nei prossimi contenuti:

  • Il panning che è una tecnica in cui la fotocamera segue un soggetto in movimento, come un’auto in corsa, creando uno sfondo sfocato che esalta la sensazione di velocità. È una tecnica che richiede una dose generosa di pratica e di fortuna, anche perchè va tenuto conto della lunghezza focale, del tempo di esposizione in relazione al soggetto, e sopratutto dovete valutare anche i movimenti degli altri elementi nella scena.
  •  L’effetto silky: Molti si dilettano a catturare il movimento di acqua, luci e nuvole con esposizioni lunghe trasformando questi elementi in trame eteree e fluide, conferendo alle immagini un’atmosfera quasi onirica. In tal caso l’uso di filtri ND risulta cruciale. 
  • Viceversa Fotografare persone o ballerini in movimento richiede un equilibrio tra il congelamento dell’azione e la cattura della loro energia dinamica, un gioco di tempi e di istanti. Bloccare le azioni in un infinitesimo di secondo, come un atleta in volo o una goccia d’acqua che schizza, richiede tempi di esposizione rapidissimi, consentendo di immortalare momenti di intensa azione e vivacità che altrimenti sfuggirebbero all’occhio umano. 
  • Impostando il flash sulla seconda tendina si possono mettere insieme queste cose…e di questo ne parleremo…avoja se ne parleremo. A noi piacciono i flash

Queste “tecniche” non solo catturano la realtà, ma la trasformano, offrendo nuove prospettive e interpretazioni del movimento e del tempo.

Attenzione però, la composizione, i contrasti ecc sono anch’essi arme fondamentali  per guidare l’occhio e per rafforzare l’impressione di movimento o staticità in una fotografia. Elementi come linee dinamiche, composizioni asimmetriche, contrasti di luce e ombra, possono tutti insinuare un senso di movimento e azione. Inoltre, la scelta del momento giusto per scattare, quel “momento decisivo” in cui tutti gli elementi si allineano perfettamente, può trasmettere un’idea di movimento imminente o appena trascorso.

Scattare una foto, quindi, non è solo un semplice documento del reale, ma diventa una tela su cui la realtà può essere reinterpretata, trasformata, e addirittura reinventata…avete mai visto le foto di Giacomelli scattate al seminario di Senigallia?

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