Movimento nella Staticità
Nel pazzo pazzissimo mondo della fotografia, si potrebbe parlare per ore e ore di un fenomeno affascinante e antitetico: il paradosso del movimento statico. Un’immagine fotografica, per sua naturale essenza, si dedica alla cattura di un istante unico, sigillando un frammento di tempo; lo scatto è un arresto momentaneo dell’orologio, un fermo immagine lungo a piacere che deposita il tempo sulla pellicola o sul sensore, dando inizio ad una serie di reazioni chimiche e fisiche uniche. Dopo il click, il tempo prosegue il suo corso e questo atto di congelare il tempo, di isolare un singolo momento per quanto banale, potrebbe essere considerato un vero e proprio super potere nelle mani del fotografo…e noi sappiamo bene che da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Catturare l’effimerità di un momento in un’immagine statica apre la strada a innumerevoli potenzialità espressive, richiedendo a chi scatta non solo una padronanza tecnica, ma anche una sensibilità artistica e interpretativa, per cogliere non solo ciò che è visibile, ma anche gli errori, i fantasmi, le storie non raccontate, i movimenti compiuti e gli istanti sospesi.
Il tempo di scatto, o velocità dell’otturatore, si riferisce alla durata per cui l’otturatore della fotocamera rimane aperto, permettendo alla luce di raggiungere il sensore o la pellicola. Un tempo di scatto rapido congela l’azione, mentre uno più lento può creare effetti di sfocatura che trasmettono una sensazione di movimento.
Tecnicamente parlando, un tempo di scatto è quello… non cambia… ma bisogna sempre far riferimento al soggetto che si sta muovendo. Un aereo che viaggia a centinaia di km/h rispetto a un corridore o a una persona che cammina: per poter dare l’effetto movimento, bisogna regolare il tempo di scatto di conseguenza.
L’Influenza del Movimento del Soggetto
Il movimento del soggetto è un fattore cruciale nella scelta del tempo di scatto. Un aereo in volo, un atleta in corsa e una persona che cammina si muovono a velocità molto diverse, e questo influisce su come il movimento viene catturato in fotografia.
- Aereo in Volo: Viaggiando a centinaia di km/h, un aereo richiede un tempo di scatto estremamente rapido (ad esempio 1/2000 di secondo) per congelare completamente il movimento. Se invece desideriamo mostrare il movimento delle eliche o creare un senso di velocità, possiamo optare per un tempo di scatto leggermente più lento.
- Corridore: Un atleta in corsa può essere congelato con un tempo di scatto di circa 1/500 di secondo. Per aggiungere una leggera sfocatura nelle gambe o nelle braccia, indicando movimento, potremmo utilizzare un tempo di scatto più lento, come 1/250 di secondo.
- Persona che Cammina: Per una persona che cammina, un tempo di scatto di 1/125 di secondo è spesso sufficiente per ottenere un’immagine nitida. Se vogliamo accentuare il movimento, possiamo scendere a 1/60 di secondo o meno, utilizzando magari la tecnica del panning.
- Effetto silky: è una delle tecniche più amate dai fotografi paesaggisti, poiché aggiunge una dimensione onirica alle scene acquatiche. Permette di catturare l’acqua in movimento come cascate, fiumi o onde del mare (o le nuvole) in modo da apparire liscia e setosa. Questo risultato affascinante si ottiene utilizzando tempi di scatto lunghi, creando un’immagine eterea che enfatizza il movimento fluido dell’acqua. Attenti all’esposizione.
Regolare il Tempo di Scatto in Base al Soggetto
Sperimentare con Diverse Impostazioni: Non c’è una regola fissa; spesso è utile provare diversi tempi di scatto per vedere quale produce l’effetto migliore per la scena.
Valutare la Velocità del Soggetto: Prima di scattare, consideriamo quanto velocemente si sta muovendo il soggetto. Questo ci aiuterà a decidere se abbiamo bisogno di congelare l’azione o di mostrare il movimento.
Decidere l’Effetto Desiderato: Vogliamo un’immagine nitida o vogliamo trasmettere una sensazione di dinamismo? La risposta influenzerà la scelta del tempo di scatto.
- Movimento e immobilità attraverso l’obiettivo [parte 3]
- Movimento e immobilità attraverso l’obiettivo [Parte 2]
- Movimento e immobilità attraverso l’obiettivo. [Parte 1]
Questo articolo non finisce qui…ma è solo la prima parte. In attesa del secondo articolo vi invitiamo a seguirci su WordPress, e sui social ai link che trovate qui sul sito. A presto!
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